sabato 15 marzo 2008

Poesia (a Nino Gatto)

IL CIELO SOPRA MIRTO


Il cielo sopra Mirto è luminoso come la tua anima poeta,

sulla strada che sfiora i declivi ho sparso il seme del ricordo,

sbadiglio nel pomeriggio assolato, carico di sogni e di mimose.

Mare e sole, anfratti nascosti pieni di storia e miseria,

braccia robuste piegate sui campi, spezzati dalla fatica,

occhi generosi alla ricerca dell'ultimo sorriso alla sera.

Quanto è bella la tua terra, ridestata nel mite mattino,

profumata e colorata dai fiori che ne fanno da contorno,

eterno specchio di conforto nella gioia sospesa sui colli.

Che paesaggi, sconfinati cieli al di là dei tuoi sospiri ,

lune nuove, fragranze e suoni di memorie incancellabili,

aneliti di luce, profumi di zagare e di transumanze.

Terra di ragazze e di amori, di tradimenti e albe maestose,

di eterni e sopiti dilemmi, di spazi come destini senza tempo,

terra e anima, idillio senza fine nel solco sferzato dal vento.

Poesia


Clessidra


Incateno le ore alla clessidra del tempo
osservando ancora il cielo fermo sui nostri passi,
e le nuvole che stanche sfumano le nostre illusioni.
Tutto si allontana, in una pace mistica e onnivora
il desiderio di tè muta le mie paure e l'ansia
e la luce come bagliore acceca la mia sete nel mattino.
Quale nube può isolarmi dal mio destino?
Sogno o materia che alternano la sostanza
nel divenire nostalgico dei momenti a me cari.
Il mio ego è sospeso nel tempo, cangiante e vero
sul baluardo della vita eretto e insostenibile
come traccia nel vento assordante che si diffonde.
Lungo le strade angosciate dalle auto e dai passanti.
sospiro ancora nel vederti dinnanzi a me, solitaria,
in teneri gesti che odorano di vecchie essenze.
Sulle scale di pietra ho congelato fiumi di parole,
ho sgranato i lunghi momenti di indissolutezza
offrendo petali di sorrisi al volto della tua anima.

Poesia



Terra


Ho solcato il mare del desiderio per annientare la mie paure,

e abbandonato questo cielo per isolarmi, smarrito nella notte,

dov’è il destino che ho pensato, i timidi venti che lo annunciarono?

Ancora son qui, tenebroso e schivo nella gabbia dei ripensamenti,

lontano dai tremori che l’ansia di morte mi sventaglia sulla pelle.

Traccerò un lungo arco di emozionanti fuochi, di canti e sorrisi,

nel mutare dei gesti e nella cantilena fioca di un viandante arabo,

senza luoghi e memorie, solo con un senso nel diluvio delle polveri.

Nel dominio che incalza le vetuste pose inaridite dallo scirocco,

cammino in ginocchio per sovrapporre le membra alla terra nuda,

per respirare la materia fonte di primordiale creazione, di pace.

lunedì 3 marzo 2008

POESIA



Natura



Guardo il cielo, appena solcato da gabbiani senza rotta,

Guardo il mare, la sua schiuma e le onde cavalcanti l’infinito,

Guardo i fiumi, i laghi, senza abbandonare il limite terreno delle cose,

Guardo te natura, madre premurosa che elargisci ricchezza e vita.

Dono prezioso e sacro, immagine e sostegno per il popolo della terra,

nel tuo grembo avvolgiamo i nostri sogni, disperdendoli al vento,

nel momento in cui ritorniamo a te, nudi e pieni di speranza.

Il miracolo che ci accoglie dalla nascita in poi è fonte di vita,

nel tuo ricco splendore la grandezza di Dio nostro padre.

Terra che pulsa, che risveglia e alimenta, che affascina

Terra insieme di luoghi e civiltà, di pace e povertà,

di Angeli senza tempo e di madri senza sorriso.