mercoledì 23 aprile 2008

Alfio

Calpesto bolle di vetro per infrangere solitudini,
passi lenti a sfrangiare le nuvole di incolti sogni,
è sera nel giardino a cui lo sguardo immola gesti,
penso, soffio, ansimo, nel litigioso errare stanco.

I vecchi sulle panchine hanno sete di ricordi e pace,
sospingono pensieri sul ciliegio grondante di miseria,
la calura annienta i sospiri e tace senza nessun suono,
la fame scalpita nei contorti tornanti incollati al suolo.

Alfio ha levato il chiodo dalla parete della memoria,
suda senza sapere, senza supporre il perchè di quanto,
abbrutito dalla salsedine e dalla voglia di fumo e noia,
solo il fiume a solcare la continua ansia di abbandono.

Immergo le mie sensazioni nella fretta di sparire via,
e una ad una le parole rare nello scrigno dell'emigrante,
un fazzoletto di terra racchiude ogni mio istante di vita,
nell'amaro risveglio di un addio, annunciato espatriare.

lunedì 14 aprile 2008

Sono voce.

Sono voce nel deserto assolato della tua anima,

umida traccia per non disperdere la tua memoria.

Sono albero nel freddo della tua viva coscienza,

acqua silente negli anfratti del tuo senso di vuoto.

Sono terra e mosto, lama e fune nel baratro dei pensieri,

spazio e vita nei miei giorni insieme a te.

Sono ancora illusione per ingannare i nemici,

gemma e talea per rinnovare le mie radici.

Sono anche cuore e perdono, speranza e rimpianto,

rostro e lancia per speronare la corazza dei potenti.

Sono ansia e sentimento per la mia voglia di amare,

riverbero di luce per carezzare le pieghe del tuo viso.

Sono tempesta e fulmine per punire i torti e le angherie,

sospiro e soffio per sussurrarti le parole del mio cuore.

Sono morte e eclissi per sollevarti dai miei tormenti,

essenza e gelosia per farti capire che mi appartieni.

domenica 13 aprile 2008

Ipocondria

Scendo le scale del mio domani in silenzio
calpestando vecchie orme cariche di nebbie

la tua mano è sempre ferma sul mio cuore stanco
a riscaldare emozioni rapprese e sparite nel buio

Nella ruvida materia sulla quale ripongo le mie ansie
il sentimento è traccia nel deserto della tua anima

Il fuoco è flebile soffio, agognata ampolla di speranza e luce
proposito per rinnovarmi e carpire al volo la tua ipocondria

Ti scorgo intenta a tratteggiare archi di vicissitudine
a distendere lenzuola di preghiera sui miei pianti

A masticare foglie nel tuo diniego, senza dardi e ferite
ascoltando il sussurro che scende mesto dalle mie labbra

I miei passi ribattono la terra isolando l'eco dalla valle
e il freddo annienta subito la mia voglia di riaverti.

domenica 6 aprile 2008

Uno Sguardo (dedicato a A.B.)

Ho rivisto indietro il mio tempo, le giornate inutili,
ho sommato le ore di speranza in catene di pianto,
senza fermarmi nell'urlo disperato della coscienza.
Gli anni che lentamente sfinivano i sogni, e la luce
nei tormenti che alienavano ogni sentimento nel vuoto,
privato di sorrisi e di stagni dove annegare i pensieri.
Soffocavo il mio senso di impotenza e camminavo,
i passi stanchi di chi cerca un appoggio nella vita,
di un uomo serrato nel dolore che impone sofferenze.
In fondo alla vita, dove la miseria frantuma il coraggio,
e dove la voglia di non esistere è consolazione e stimolo:
ti incontrai, il mio cuore ritrovò la voglia di amare e sorridere.
Rivedo ancora il tuo viso, e la tua voce che mi ridesta sempre,
come vento caldo sulle spighe prima della mietitura d'estate,
eterno baluardo, scrigno di scienza e umanità senza fine.
Sorrido alla tua vista come ieri, illuminando il mio volto felice,
snocciolando ricordi e preghiere nel fiume di gratitudine,
seduto a vivere e gioire nel presente che tu mi hai donato.