martedì 1 luglio 2008

Voragine

Ho asciugato il tuo pianto,

nel profondo della mia anima,

come goccia di rugiada che evapora,

nell’essudato mattino di Aprile.

Ogni illusione è sofferenza,

riflesso nella silente realtà,

speranza nel risveglio,

brama di luce e sogno.

L'ansia e il rumore svaniscono,

nella valle dei ricordi,

l’inganno ha fermato i miei passi,

prostrato ogni sicurezza.

Arrembante figura di ossa e materia,

sono fiore inerte senza stelo,

effimero contatore del mio tempo,

solo ombra nel deserto della vita.

Perdono

Il mio passo è stanco,

preda di millenarie storie,

di contorni mai esplorati.

Assaporo il vento dei tuoi sguardi,

preservati nel destino comune,

capaci di solcare i miei sentimenti.

Le unghie raccolte e imprecanti,

in una tenera preghiera,

un volto, cento antiche abitudini.

Mani che sfiorano le ali della vita,

intimorite e tremule al perdono,

luci senza tempo sull'altare dell'anima.