Il male oscuro.
Nel titolo una citazione di un libro del grande scrittore Giuseppe Berto, che seppe amare una Regione desolata e unica come la Calabria con gli eccessi propri della sua gente e dei suoi luoghi aspri e incontaminati. Una terra dicevo maledetta, pochi sanno di questo lembo peninsulare che si affaccia per ben 700 km sulle coste dei mari Jonio e Tirreno; dei suoi contrasti geo-morfologici e della bellezza selvaggia di terre che appaiono lontane dal mondo. Nessuno meglio degli emigranti, che l'hanno lasciata e agognata, può delinearne i contorni fatti di miseria, di duro lavoro che non rendeva niente e, di patimenti sostenuti fino all'abbandono delle proprie case per tentare una nuova sorte, chi in America e chi in Europa, ma tutti con lo stesso unico intento: guadagnare e provvedere senza ulteriori sofferenze e drammi al sostentamento delle famiglie. La Calabria non è cambiata, ancora preda del suo torpore e dei giochi di potere che come sanguisughe sottraggono linfa vitale al proprio futuro; non c'è futuro in questa Regione che spreca risorse e uomini per un massacro generato dall'inettitudine del suo popolo, dalla poca lungimiranza politica degli stessi uomini al potere riproposti ciclicamente per appropriarsi di denaro e lasciare alle spalle solo fumo, parole, desolazione. La Calabria è tra le Regioni italiane con il più alto tasso di disoccupazione, il clientelismo e il nepotismo imperano, in una sorte di giostra generazionale che ricambia i suoi attori non mortificandone la progenìe.
Nel titolo una citazione di un libro del grande scrittore Giuseppe Berto, che seppe amare una Regione desolata e unica come la Calabria con gli eccessi propri della sua gente e dei suoi luoghi aspri e incontaminati. Una terra dicevo maledetta, pochi sanno di questo lembo peninsulare che si affaccia per ben 700 km sulle coste dei mari Jonio e Tirreno; dei suoi contrasti geo-morfologici e della bellezza selvaggia di terre che appaiono lontane dal mondo. Nessuno meglio degli emigranti, che l'hanno lasciata e agognata, può delinearne i contorni fatti di miseria, di duro lavoro che non rendeva niente e, di patimenti sostenuti fino all'abbandono delle proprie case per tentare una nuova sorte, chi in America e chi in Europa, ma tutti con lo stesso unico intento: guadagnare e provvedere senza ulteriori sofferenze e drammi al sostentamento delle famiglie. La Calabria non è cambiata, ancora preda del suo torpore e dei giochi di potere che come sanguisughe sottraggono linfa vitale al proprio futuro; non c'è futuro in questa Regione che spreca risorse e uomini per un massacro generato dall'inettitudine del suo popolo, dalla poca lungimiranza politica degli stessi uomini al potere riproposti ciclicamente per appropriarsi di denaro e lasciare alle spalle solo fumo, parole, desolazione. La Calabria è tra le Regioni italiane con il più alto tasso di disoccupazione, il clientelismo e il nepotismo imperano, in una sorte di giostra generazionale che ricambia i suoi attori non mortificandone la progenìe.
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