domenica 13 aprile 2008

Ipocondria

Scendo le scale del mio domani in silenzio
calpestando vecchie orme cariche di nebbie

la tua mano è sempre ferma sul mio cuore stanco
a riscaldare emozioni rapprese e sparite nel buio

Nella ruvida materia sulla quale ripongo le mie ansie
il sentimento è traccia nel deserto della tua anima

Il fuoco è flebile soffio, agognata ampolla di speranza e luce
proposito per rinnovarmi e carpire al volo la tua ipocondria

Ti scorgo intenta a tratteggiare archi di vicissitudine
a distendere lenzuola di preghiera sui miei pianti

A masticare foglie nel tuo diniego, senza dardi e ferite
ascoltando il sussurro che scende mesto dalle mie labbra

I miei passi ribattono la terra isolando l'eco dalla valle
e il freddo annienta subito la mia voglia di riaverti.

Nessun commento:

Posta un commento