Scendo le scale del mio domani in silenzio
calpestando vecchie orme cariche di nebbie
la tua mano è sempre ferma sul mio cuore stanco
a riscaldare emozioni rapprese e sparite nel buio
Nella ruvida materia sulla quale ripongo le mie ansie
il sentimento è traccia nel deserto della tua anima
Il fuoco è flebile soffio, agognata ampolla di speranza e luce
proposito per rinnovarmi e carpire al volo la tua ipocondria
Ti scorgo intenta a tratteggiare archi di vicissitudine
a distendere lenzuola di preghiera sui miei pianti
A masticare foglie nel tuo diniego, senza dardi e ferite
ascoltando il sussurro che scende mesto dalle mie labbra
I miei passi ribattono la terra isolando l'eco dalla valle
e il freddo annienta subito la mia voglia di riaverti.
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