mercoledì 23 aprile 2008

Alfio

Calpesto bolle di vetro per infrangere solitudini,
passi lenti a sfrangiare le nuvole di incolti sogni,
è sera nel giardino a cui lo sguardo immola gesti,
penso, soffio, ansimo, nel litigioso errare stanco.

I vecchi sulle panchine hanno sete di ricordi e pace,
sospingono pensieri sul ciliegio grondante di miseria,
la calura annienta i sospiri e tace senza nessun suono,
la fame scalpita nei contorti tornanti incollati al suolo.

Alfio ha levato il chiodo dalla parete della memoria,
suda senza sapere, senza supporre il perchè di quanto,
abbrutito dalla salsedine e dalla voglia di fumo e noia,
solo il fiume a solcare la continua ansia di abbandono.

Immergo le mie sensazioni nella fretta di sparire via,
e una ad una le parole rare nello scrigno dell'emigrante,
un fazzoletto di terra racchiude ogni mio istante di vita,
nell'amaro risveglio di un addio, annunciato espatriare.

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