venerdì 27 giugno 2008

Fiore di luna

Fiore di luna che lieve si posa,

muto e dolce collirio di vita,

specchio di solitudine senza fine.

Calendule stanche alla vista,

sorrisi e risposte che attendono,

domande inique, mai poste.

E' fionda il mio inconscio,

scagliato sul dorso dei tuoi anni,

passato nel vincolo terreno.

E' sangue la mia linfa,

materia e sostanza attiva,

corporalità nel guscio dell'intelletto.

Nuove percezioni che incalzano,

relitti di uomini che travalicano,

una, cento barriere nell'assenza.

Mi sforzo di esistere,

nello sprovveduto divenire,

nel grondante magma cerebrale.

sabato 21 giugno 2008

In ricordo della nonna Maria.

In ogni persona è sempre presente un punto di riferimento, un esempio al quale si rivolge lo sguardo e nei momenti di difficoltà ci si protende per avere un aiuto. Personalmente ho avuto anch’io nel corso della mia esistenza, in differenti epoche cronologiche, dei modelli o meglio delle persone a cui devo moltissimo perchè mi hanno inculcato i fondamenti della ragione e della vita. Molto spesso queste figure si vogliono identificare nei propri genitori, no.. nel mio caso è diverso perché la persona più importante dei miei primi 21 anni di vita è stata mia nonna Maria. Non posso dimenticare la nonna, una donna eccezionale a cui la vita aveva sottratto il marito ( Francesco) all’età di 47 anni, la sua sensibilità e il suo affetto hanno rappresentato per me una favola bellissima, preservata e diventata scrigno inviolabile nell’album della memoria. Ho vissuto al suo fianco dall’età della prima adolescenza fino ai 21 anni, ho condiviso la stessa stanza dormendo vicino e imparando a recitare le preghiere della sera. Nei momenti di depressione la nonna rimpiangeva gli anni belli con il nonno, arrivando talvolta a fargliene una colpa per averla lasciata su questa terra da sola. Ho ricevuto da lei tantissimo amore, nel vedermi ogni giorno quando tornavo da scuola i suoi occhi si illuminavano e la sua voce cambiava tonalità e timbro facendosi melodiosa e ricca di sentimento. Ogni istante della mia vita in cui ripenso a lei diventa soave, il cuore si libera dalle angosce quotidiane e batte ancora più forte, per me lei è ancora al mio fianco e prega ogni giorno per me e per i miei figli, il tempo non ha cancellato il mio affetto per lei e la gratitudine per avermi dato insegnamenti e felicità. Tante volte, spesso, ai primi anni d’Università tornavo a casa e la prima persona a cui rivolgevo il mio abbraccio era lei, capitava di rado vederla in lacrime perché mi trovava dimagrito e sottopeso e in pensiero per la mia salute. Mi coinvolgeva con le sue premure, con le attenzioni giornaliere, con il suo amore dichiarato rispetto ad altri nipoti: io ero il suo preferito, e questo si scorgeva palesemente dal suo sguardo e dalla bellezza dei suoi sorrisi. Il sentimento che alberga nel mio cuore è senza fine, a distanza di 27 anni il ricordo di mia nonna è intatto, come intatto è il suo amore nei miei confronti e l’attenzione che da lassù mi rivolge, anche con le sue preghiere.

L'innocenza perduta!

Adesso è sera, il silenzio taglia l’aria stagnante nella valle in cui il mio sguardo da bambino esplorava mondi apparentemente sconosciuti; il calar del sole spegne gli ultimi bagliori tra le “rughe” nascoste del paesino. Ho sempre la stessa visione nella memoria, gli striduli e sognanti echi di bambini giocosi che si addormentavano con il loro giocattolo preferito tra le dita, presente al loro successivo risveglio per dare un senso ai momenti di svago, racchiusi in uno scrigno ideale che non disperdeva mai le profonde sensazioni ludiche e l’allegria per quell’infanzia dorata. I nostri vecchi nonni, gli angoli cercati e visitati, il migliore amico di sempre al nostro fianco per riuscire a testimoniare la felicità che invadeva le nostre anime pure. Mi mancano quelle emozioni, quei cieli nei quali il nostro sguardo cercava gli aquiloni della felicità, l’umore sano dei miei amici intenti con me a giocare a pallone nel solito spiazzo sotto casa, quanto era celestiale la nostra età verde, priva di problemi e di ipocrisie, ricca invece di speranza e di amore verso il nostro prossimo. Sono passati 40 anni ormai, e nella cesta dei ricordi emerge sempre quell’indimenticato bagaglio di cose, quel ricco bouquet di fiori che la vita offriva ogni giorno; le verità più tardi avrebbero condannato solo alla memoria il passato e cancellato la vita del desiderio. Oggi nella realtà, nel sacrificio che la quotidianità impone, il mondo cangiante e kafkiano illude e confonde l’animo rinnegato, si sofferma forse il vivente sulla sua esistenza? La vita corre, per i bambini e per gli adulti nello stesso modo, con la stessa frenetica e ossessiva forza distruttrice, facendo distrarre chiunque dal suo profondo e inequivocabile obiettivo, da quale senso attribuire a ogni esistenza. In questi momenti il ricordo dell’infanzia sprigiona nel mio corpo le fragranti note di quel vissuto, assaporo come in un film le emozioni e la bellezza di allora per sentirmi ancora legato alla vita, per cogliere con gli occhi del passato alcuni aspetti di oggi.

Infanzia

Ho lasciato il viale del tramonto,
con le foglie illuminate dai raggi,
e le strade inondate di luce rossastra.
Ho respirato l’aria felice dell’infanzia,
salutato le rondini liberarsi dai tetti,
correre e sperare nel gioco del domani.
Ho baciato le mani di mia nonna,
dopo una carezza e una sua preghiera,
per un suo sorriso ricco di amore.
Ho calpestato foglie e acini odorosi,
nella vendemmia della vita,
per spegnere il mio dolore.
Ho pregato il Signore mio Dio,
per sorreggermi alla fine dei miei giorni,
per donarmi la sua luce e il perdono.

domenica 15 giugno 2008

Sentimento.

Quanti giorni ho atteso,
senza spiegarmi le parole,
senza il verso dei tuoi passi.
Con le mie vane certezze,
senza il segno di un'amore vero,
sotto un francobollo di parole.
Il fiato sul corrimano della vita,
con ancore di polvere nell'anima,
vinto dai miei ossimori esistenziali.
Sull'uscio dei ricordi adombravi come fiore,
vitale dispensatore di essenze e colori,
di frammenti felici e fragranze infinite.
Timida è la luna che ovatta il mio silenzio,
i nostri respiri condensati e stanchi di sogni,
tinte e riflessi intrisi di malinconica attesa.
In piedi il mio sguardo penetra nella nebbia,
colmando di gesti ogni istante senza luce,
cancellando le orme del tempo non vissuto.