C'è una donna che il tempo mi ha rubato, lasciandomi privo di sentimenti e di quella
gioia che mi regalavano i suoi gesti quotidiani, una tenera donna calata nella sua
veste nera e con quell’odore buono di paese, le sue mani invecchiate e calde che
riscaldavano il mio cuore di ragazzo..Ogni suo sguardo era una sinfonia di pace, di
amore mai colmo e le mattine in cui mi risvegliavo con lei accanto sapevano di
buono, come di pane appena sfornato. Non riesco a descrivere quanto mi manchi nonna,
ma il pianto solca spesso le mie guance nel ricordo, le sere scendono lievi
assaporando con amore quei momenti trascorsi insieme e viaggia il pensiero
immaginando un momento, "quel momento" in cui ti riabbraccerò sorridente e felice.
Oggi è successo, ti ho pensato come sempre e ho pianto, ti ho rivista nel tuo abito
di lana consunto e quelle tue mani -che adoravo- a trattenere il rosario per la
preghiera, oggi ti amo ancora come sempre, e vorrei dirti quanto soffro ancora senza
di te...non ti potrò mai dimenticare nonna, pensando ai giorni in cui, al ritorno
dall'Università, il tuo sorriso mi veniva incontro e nella gioia del mio arrivo mi
scrutavi per vedere, se durante l'assenza da casa, ero dimagrito...E' dolcissimo
rammentarti, ha un sapore di pace interiore e mi assicura la forza necessaria per
affrontare la vita. Il tuo volto è di fronte a me, stanco ma felice..a vegliare con
la tua solita bontà, in quell’angolo del balcone che dà verso la strada ti vedo
ancora intenta a scaldarti nei primi tepori di maggio, seduta sulla tua seggiola di
legno impagliata a salutare, con un cenno o uno sguardo ammiccante, quanti
riconoscendoti allungavano le mani in segno di saluto. Che dire nonna, ho passato
con te gli anni più dolci e teneri della mia adolescenza, l’amore che mi hai donato
sgorga ancora dal mio cuore e il tuo dolcissimo volto sfiora spesso le mie notti
rassicurandomi sulla vita e sulle paure quotidiane. Grazie ancora nonna per essere
stata la mia maestra, per avermi amato come pochi e per le tue preghiere da lassù
che silenziose custodiscono un sussurro di pace. Tuo nipote, Salvo
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