Ho visto il terrore,
dipinto sul volto scarno
degli sfollati,
ho rivisto in loro
il Cristo sulla croce,
flagellato
dagli uomini
e dalla loro ipocrisia,
il mio cammino
si è fatto abbraccio
e morde il tempo
con le scuri di pianto,
in fila la morte
ha rappreso
l’ultimo sangue,
e con esso la vita
che animava i luoghi
del ricordo.
Un vecchio vaga
tra macerie e disperazione,
conta i giorni
trascorsi dal terremoto,
abbandona ogni motivo
per guardare in faccia
il destino.
Ogni istante
ha lo sguardo dei vinti,
nella miseria fredda
delle tendopoli,
in un grigio mattino
sfumato dai canti
dei bambini,
da un timido sorriso
nella nebbia.
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