mercoledì 8 aprile 2009

L'ultimo respiro (dedicato alla gente d'Abruzzo)

Una mano, un gesto

tra lamenti e disperazione

tra i palazzi

crollati nel vuoto,

tra le vite recise

una ad una

senza un perché,

sono padre

e figlio,

sono anche fratello

e amico

della gente d’Abruzzo,

il loro pianto

è il mio pianto,

l’anima squarciata

nel silenzio,

nell’attesa

che il tempo

riprenda la sua

corsa inarrestabile.

La morte

è là

cristallizzata

negli sguardi fermi,

nei corpi polverosi

del presente,

il pianto lontano

che riemerge

senza più

nessuno ad ascoltarlo,

non ci sono

più lacrime,

solo macerie

a calpestare

quelle genti

nobili e sane,

a rendere vano

l’ultimo respiro.

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