E’ sera nei miei dintorni,
sul muschio scolorito
delle tenui e ingiallite certezze,
la sofferenza tace
e senza un pretesto
mi rimanda altrove,
in un mondo di dolcezze
dove mi è spontaneo
riporre innocenti peccati.
Non sento più il merlo,
tra l’odore degli agrumi
e il verde prato dei ricordi,
lontano da fuochi e rovine
cresce il sogno e il perdono,
l’angoscia insinua l’aria
rivestendo la luce fioca
di paura e solitudine.
Sollevo il mio sguardo
su confini indefiniti,
canto oltre le nuvole
che emerge come scoglio
in breve sinfonia di vita.
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