Occhi sul davanzale dell’anima,
a scrutare gigli nella memoria,
a frustrare intenti anonimi.
Occhi che pregano per assecondare
la sete di confini oltre l’aria,
sfogo di lucidi sensi e ritorni.
Occhi nel pianto, vittime assenti
di lontani rituali e gogne,
di vite calpestate nel cemento.
Occhi senza vista, immersi ancora
nel liquoroso ristagno dei sogni,
di destini allacciati tra i rovi.
Occhi stanchi di ignare migranti,
nel vespro irrisolto di anime,
di antiche palme avare d’ozio.
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